LOGO DEL PROGETTO TRATTO DAI TIMBRI APPOSTI SULLE TRAVI LIGNEE DURANTE I LAVORI ESEGUITI NEL 1819  

RELAZIONE SUI CARATTERI
STORICO - ARCHITETTONICI

LOCALIZZAZIONE: Genzano di Roma, Piazza dell'Annunziata
RlF. TOPOGRAFICI: Foglio 11, p.lla E
DATAZIONE: XVI sec.Nucleo originario
1786 Ristrutturazione e nuova facciata

Contesto Urbano

La chiesa affaccia sulla Piazza omonima, lungo la strada che da palazzo Meta scendeva per la via "Surbina" e proseguiva per Nemi o per il Lago attraverso la Via di Perino. Alla stessa, dal borgo medievale, probabilmente si accedeva anche da un'altro percorso detto della "costarella" (piccola costa), che scendendo lungo la costa meridionale del cratere sfiorando uno degli antichi torrioni del borgo (ubicato ove sorge il vecchio ristorante belvedere) conduceva alla piazza dell'Annunziata.

Cenni Storici

Pur non conoscendo con esattezza le origini della chiesa della "SS.ma Annunziata" - da una visita pastorale del 1603 apprendiamo per l'appunto che la chiesa si apriva solo nella festa della Annunziata - possiamo affermarne l'esistenza in anni precedenti il 1569 poichè a quest'anno essa compare nei resoconti di una visita pastorale nei quali è ricordata come "…chiesuola, che può aver d'entrata da tre botti di vino l'anno, esistente fuori le mura del castello (…) fuor di detta terra…". Accanto, come descritto nella citata visitatio del 1603, vi sorgeva un piccolo "hospitale". Dal 1611 la Comunità di Genzano assieme ai feudatari - famiglia Cesarini - decisro di affidarla alle cure dei padri Agostiniani dell'Ordine della Congregazione di Genova con l'impegno di assistere gli infermi e di provvedere alla educazione gratuita dei bambini. I religiosi si sistemarono accanto la chiesa in un complesso conventuale, forse strutturato attorno ad un chiostro come suggeriscono alcuni pilastri oggi rinvenibili nel cortile interno dell'attuale convento. L'intero complesso si colloca a valle del primitivo borgo medioevale, lungo la direttrice di collegamento con Nemi a ridosso, quindi, delle pendici dell'omonimo lago in "…quell'infima parte della terra nel luogo detto le Pentime…" che "Lacum prospicit" .
Interventi di restauro e trasformazione si ebbero nel 1677 e nel 1786. In quest'ultima occasione fu realizzata l'attuale facciata.
I padri agostiniani di Genova n'ebbero cura sino al 1780 quando cedettero l'intera proprietà alla provincia Romana dello stesso Ordine religioso. Nel 1810, per effetto delle leggi napoleoniche di soppressione degli ordini religiosi chiesa e convento ritornarono al comune il quale, nel 1821, ne affidò la cura alla Confraternita di S.Maria dell'Orazione e Morte che la ritenne come sede fin dopo l'ultima guerra del 1945, fino alla morte dell'ultimo Governatore della confraternita Tommaso Lestini. L'attuale campanile venne ricostruito nel 1948 dopo che nel 1882 un fulmine danneggiò quello originario. La facciata, gravemente danneggiata nel corso dell'ultimo conflitto mondiale fu restaurata, per mezzo del ripristino dei partiti architettonici e delle modanature in stucco, agli inizi degli anni '60 del '900.

A seguito degli sciami sismici del 1892 e del 1927 e degli eventi bellici della seconda guerra mondiale, la Chiesa, riportando diverse lesioni, è stata oggetto di interventi di consolidamento con la posa in opera di catene di acciaio, disposte tre trasversalmente alla navata principale e due parallele che interessano solo la zona dell'abside.
Lo sciame sismico, iniziato nel 1980 sino al 1987, ha ulteriormente minacciato la stabilità dell'edificio.
Causa ciò sono apparse nuove lesioni sui muri perimetrali e sulle volte. ( vedesi allegati A-B-C )
Ultimamente, a seguito di distacco di alcune parti d'intonaco della facciata, ed il progressivo aumentare delle lesioni anzidette, per ordinanza del sindaco del Comune di Genzano, al fine di garantire l'incolumità pubblica, l'edificio è stato chiuso al culto.
Descrizione dell'impianto architettonico
La chiesa è ad aula voltata a botte con tre cappelle per lato e presbiterio di fondo. I vani delle cappelle s'aprono sull'aula mediante archi a tutto sesto alternati da pilastri murari adornati da lesene d'ordine ionico ribattute ai lati. Il vano del presbiterio è inquadrato da un prominente arcone sostenuto da due colonne libere anch'esse d'ordine ionico. Sopra i capitelli delle lesene è la trabeazione - architrave e cornicione con dentelli sporgenti alla base - posta a cingere l'intero perimetro interno. In corrispondenza delle sottostanti arcate delle cappelle sono i lunettoni nei quali trovano posto i finestroni d'illuminazione, alcuni dei quali sono tamponati e decorati a trompe - l'oeil. All'ingresso è collocata la cantoria lignea alla quale si accede dall'attiguo convento delle Figlie di Maria Immacolata per mezzo di una porta posta sul fianco destro del presbiterio mentre sul fianco sinistro è l'accesso per i locali della sagrestia i cui ambienti sono alle spalle della parete di testata del detto presbiterio.
All'eterno il blocco della chiesa è cinto ai lati dai volumi di un'edificio residenziale privato su due piani - lato prospettante verso il lago - e dal convento delle religiose di Maria immacolata.
La facciata è del tipo a lastra articolata in due ripiani da un ordine architettonico tuscanico, in basso, e un ordine ionico in alto. Il ripiano in basso è scandito in due campate laterali cinte da due lesene poste ad inquadrare - una per lato - una nicchia adornata nel catino da una conchiglia in stucco. Nella campata centrale, di più estese dimensioni - leggermente arretrata rispetto il filo laterale e superiore della facciata - s'apre il portale d'ingresso stretto tra due colonne libere di tre quarti. Il ripiano superiore - separato da quello inferiore da un'architrave coronata da un cornicione - replica l'alternanza dell'impaginato inferiore per mezzo, però della sola sequenza di lesene ioniche poste su piedistallo. La coppia di lesene centrali - posta ad inquadrare il finestrone d'illuminazione dell'aula - è coronata, in alto da un timpano triangolare, mentre le due coppie di lesene laterali sono coronate da un'architrave e relativo cornicione in piano; secondo uno schema piuttosto inconsueto e che ha un significativo precedente, oltre che nella chiesa di Santa Bibiana di Gian Lorenzo Bernini, nella seicentesca facciata di San Gregorio Magno al Celio disegnata da Giovan Battista Soria (1581-1651). Le specchiature poste tra le lesene sono adornate da semplici nicchie ad incasso e da cornici lobate appena rilevate dal piano di fondo. In corrispondenza del presbiterio, sul lato destro, si affianca il volume parallelepipedo del campanile realizzato nel 1948. Un altro piccolo campanile - databile alla seconda metà dell'ottocento - è collocato sul fianco destro della chiesa in prossimità della facciata.
Opere di rilievo artistico e/o storico-testimoniale

Gli attuali affreschi della volta dell'aula sono il frutto di un rifacimento eseguito da Emanuele Sciotti di Velletri sulle preesistenti raffigurazioni attribuite (Apa, 1982, p.46) alla scuola di Vincenzo Camuccini (esponente di spicco del Purismo romano ed autore d'interventi di restauro del ciclo michelangiolesco della Sistina). L'esistenza, sulla stessa volta di affreschi attribuiti alla mano di Girolamo Siciolante (1520 - 1580) da Sermoneta e risalenti, quindi, alla seconda metà del XVI secolo, non è mai stata sottoposta a verifica documentaria (A. Previtali "Genzano di Roma - notizie storico-artistiche ", Albano 1959 p.52).Detti affreschi raffigurano le sei sibille, il Padre Eterno e gli evangelisti, Matteo, Marco Giovanni e Luca posti nelle superfici delle unghie dei lunettoni finestrati, mentre nelle specchiature della volta sono l'Assunzione, S. Agostino, S. Monica. Gli affreschi della volta del presbiterio - eseguiti dopo il 1892 da E. Cinti pittore decoratore, proveniente da Alatri - raffigurano la Gloria degli Angeli e dell'Agnello Eucaristico. Da segnalare, per il notevole rilievo documentario che riveste, la raffigurazione di Genzano all'interno di un medaglione sostenuto dai due Angeli in Gloria. Tra le decorazioni parietali delle pareti dell'aula una speciale menzione meritano quelle del vano della cappella dedicata a San Tommaso da Villanova. Di diversa fattura sono le poche opere rimaste ai muri degli altari laterali e maggiore, in parte provenienti dall'antica S. Maria della Cima. Al primo altare a destra, una tela del sec. XVII/ inizi XVIII, in pessimo stato di conservazione, offre l'immagine di una Maddalena reclinata al cospetto del Cristo in Croce. Sul secondo altare entro una decorazione tardo barocca, una tela in pessimo stato di conservazione, del sec. XVII, inizi XVIII, rappresenta l'elemosina di S. Tommaso da Villanova, con una tavolozza a luminismi emiliani, che disegnano ampi panneggi delle vesti e delle articolazioni delle membra, con sullo sfondo in penombra artificiose costruzioni, imponenti colonne con grandi trabeazioni e parte di cupola, tra cui svolazza un puttino. All'Altare Maggiore è l'opera più interessante della chiesa, un'Annunciazione, la cui tela è stata allargata allorché con la riedificazione della chiesa del 1786 s'inserì il nuovo altare maggiore; con le parti inferiori probabili interventi di pittore del sec. VIII. L'opera è nel complesso, indicabile dell'ambiente del Cavalier d'Arpino (1568 - 1640), dentro la cultura del tardo manierismo romano. La scena è improntata al "fatto", la Vergine a destra intenta alla lettura accoglie con il gesto della meraviglia e dello stupore della sua mano leggermente riposta verso il collo; l'angelo che proviene da sinistra indicando con la sua destra e nella sinistra un mazzo di quattro gigli, quindi s'apre lo spazio della penombra da cui fuoriescono investiti dalla luce della colomba dello Spirito Santo, due gruppetti di putti che riempiono lo spazio sovrastante la scena, come al di sotto, sul pavimento, le linee delle mattonelle aiutano lo sguardo nel seguire la prospettiva, su cui si trovano apparentemente disposte a caso, a forma circolare, rose e boccioli. I visi dell'angiolo e della Madonna sono colti con estrema dolcezza e la sintassi compositiva dei due personaggi disegna uno spazio intensamente religioso, che sembra come attenuare e diluire la didattica ideologica post-manieristica, immettendo l'opera nel linguaggio protoclassicista, che aprirà ai Carracci (Apa, 1982). Nella prima cappella di sinistra è una tela di Placido Costanzi (1702-1759) raffigurante la Madonna Addolorata (Lo Bianco, 1990, pp.157-158)

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REGESTO DELLE NOTIZIE STORICO - CRITICHE
DATE AVVENIMENTI
1569 Lib.Cons.Com. Vol. 11 9/6/1782 Pag. 43 La si descrive come piccola chiesuola, che può avere d'entrata da tre botti di vino L'anno, esistente fuori le mura del castello amministrata dai Santesi Pro Tempore, accanto ad essa vi era l'ospedale che accoglieva solo i pellegrini pubblici. Tale piccola struttura è a detta del Previtali, ricordata già nel Liber Mortuorum del 1559: "col nomine 1'Annunziata".
1603 Lib.Cons.Com. Vol. 11 9/6/1782 Pag. 43 Visita Pastorale: vi si afferma che la chiesa si apriva solo nella Festa dell'Annunziata. Per questo motivo i priori del comune decisero di affidarla con tutte le sue rendite a qualche comunità religiosa.
1604 Lib.Cons.Com. Vol. 2 2/2/1604 Pag. 50 Essendo giunti in Genzano alcuni padri del convento della Minerva di Roma, cioè Frate Desiderio Consalvi Romano e il padre Maestro Paolo Pico, richiesero alla comunità e priori della terra, consentendolo il vescovo, a concedere loro la chiesa dell'Annunziata con l'ospedale.
1610 Lib.Cons.Com. Vol.2 20/12/1610 pag. 129 Giungono a Genzano due frati di Sant'Agostino i quali fecero la stessa istanza, con l'appoggio del Duca Cesarini.
1611 Lib.Cons.Com. Vol. 2 23/1/1611 pag. 1 La chiesa passa sotto l'amministrazione dei padri Agostiniani dell'ordine della congregazione di Genova. In questo anno vennero a stabilirsi in quattro di cui due sacerdoti e due laici in un convento composto di sette celle ed altri locali separati. Essi amministrarono anche la scuola pubblica per istruire gratuitamente i bambini. In quell'anno i titoli degli altari erano: Maggiore Annunziata, SS. Carlo Barnaba, Cristo Risorto. Quelli delle Cappelle nuove: SS. Monica e Chiara. La sagrestia era dov'è ora. Dietro l'altare era il coro con i sedili.
1636 Archivio Diocesi di Albano - Sacra Visita 21/6/1636 pag. 217 Visita Pastorale: vi si legge che la chiesa era formata di una sola navata lunga 93 palmi, larga 36, pari a m 25,25x m 7,75 con tre altari o cappelle per parte, con l'altare maggiore e la sagrestia facendo da coro, avendo i sedili per il divino ufficio.
D. Parasacchi "Via Appia da Frattocchie a Tre Ponti", pars II°, 1637. Il rilievo della Via Appia disegnato da Domenico Parasacchi del 1637, mostra la zona dell'Annunziata già densamente edificata con la presenza di un edificio in primo piano con campanile, assimilabile ad una chiesa. Può, in effetti, trattarsi della chiesa dell'Annunziata registrata dalla visita apostolica dell'anno.
Biblioteca Apostolica Vaticana cod. Barb. Lat 9898 Precedente. Secondo queste notizie la chiesa, sarebbe perciò stata realizzata tra il 1569, anno in cui veniva ancora definita una "chiesuola" ed il 1636.
1677 N. Ratti, "Storia di Genzano", Roma 1797 Pag. 51 La Chiesa e il convento si trovavano in pessimo stato, anzi con pericolo di cadere. Fu deciso dal comune di invitare tutto il popolo a concorrere al restauro col donare dei padri, che pur vi mettevano del proprio, tutto il ricavato delle erbe della loro terra di quell'anno. La chiesa con la vendita delle erbe, fu ricoperta di tegole e canali, cosi anche il convento.
1715 Archivio Diocesi di Albano - Sacra Visita 9/5/1715 pag. 137 Visita Pastorale: essa descrive l'ospedale sostenendo che era nell'infima parte della terra nel luogo detto Le Pentime.
1720 Archivio Diocesi di Albano - Sacra Visita 28/4/1720 pag. 314 Visita Pastorale: vi si legge che 1'ospedale guarda il lago e che fu fondato da Virgilio De Virgilius. Esso consisteva in poca cosa: una cantina con scala lignea che conduceva ad una camera uso fienile ed accoglieva solo i pellegrini poveri e non aveva di rendita che una vigna governata dai Santesi.
1786 N. Ratti, "Storia di Genzano", Roma 1797 Pag. 51 Ristrutturazione della chiesa, con inserimento di un nuovo altare maggiore, e costruzione della nuova facciata, ad opera di un Frate Agostiniano (Arch. Agostino Visconti: diario ordinario Cracas N' 1326 - 15/9/1787, Bib. Vallicelliana).
1810 "Genzano e le sue Chiese "ed. Miterthev C .IV' Gli Agostiniani per legge di soppressione del governo Napoleonico abbandonarono la Chiesa, che rimase chiusa; ciò nonostante fu salva tra le rovine del contiguo Convento per le cure che ne prese il Municipio, essendo di suo patronato.
1 Settembre 1821 A.Bevignani, "Confraternita S. Maria dell 'Orazione e Morte" Roma 1910 Coll.mIzz 18/6/1918 Bibl. Ang elica La Chiesa viene concessa alla Confraternita di Santa Maria Della Orazione e Morte.
8 Settembre 1821 A.Bevignani, Confraternita S. Maria dell 'Orazione e Morte" Roma 1910 Coll Mizz 18/6/1918 Bibl. Angelica La Chiesa fu ripulita per essere riaperta alla nuova confraternita che vi si stabilì.
1830 Lib.Cons.Com. Titolo 1, 1830 pag. 89 Ampliamento della sagrestia.
1856 Dal manoscritto di D. Angelo Previtali, "La Chiesa dell 'Annunziata", 19 60 Comune di Genzano Riadattamento dell'altare maggiore, dell'intera navata e della facciata esterna, tornata cosi al suo primitivo stato di splendore.
1881 Dal manoscritto di D. Angelo Previtali,"La Chiesa dell 'Annunziata ", 19 60 Comune di Genzano Da una perizia del Mastro Vincenzo Barbaliscia, furono poste due catene al muro di facciata ed a quello opposto un architrave di ferro sotto 1'arco piano della porta della Chiesa. Fu inoltre rinforzato con nuova fondazione lo spigolo della facciata dalla parte del lago.
1882 Dal manoscritto di D. Angelo Previtali,"La Chiesa dell 'Annunziata ",1960 Comune di Genzano In seguito ad una tempesta di quell'anno furono riparati tutti i tetti danneggiati, messo a nuovo 1'altare maggiore e i due presso la porta, imbiancata la facciata e riparato 1'interno. In quell'anno inoltre un fulmine colpi il campanile e fu eretto nella parte anteriore un piccolo campanile, abbandonando l'antico.
1886 A.Bevignani, "Confraternila S. Maria dell'Orazione e Morte "Roma 1910, Coll.tvtrzz 18/6/1918 Bibl. Angelica In un seppellitoio presso la sagrestia, era un ambiente a sala per sacre rappresentazioni ornato in quell'anno da ogni sorta di ossa umane con lampadario simile al centro.
1892 Mariano Apa,"Tracce di Memoria", 1982 Comune di Genzano Vi fu un terremoto che rese necessario un nuovo restauro. In quell'occasione tutta la decorazione fu ritoccata da Emanuele Sciotti di Velletri il quale ritocco (riadattando gli affreschi con la stessa intonazione dell'originale, attribuita al Sermoneta ), la volta e 1'abside con le sei sibille, il Padre Eterno e gli Evangelisti Matteo e Marco, 1'Assunzione, S. Agostino, S. Monica. Presso 1'alta volta absidale fu eseguita, da E. Cinti proveniente da Alatri, la decorazione che illustra il trionfo dell'Agnello Eucaristico su cui campeggia la bella descrizione di Genzano, portata da due puttini.
1908 Mariano Apa,"Tracce di Memoria", 1982 Comune di Genzano La decorazione fu completata pitturando le ultime due cappelle presso la porta, parte dei pilastri e la facciata interna. Anche 1'esterna fu imbiancata.
1927 Dal manoscritto di D. Angelo Previtali,"La Chiesa dell'Annunziata ", 1960 Comune di Genzano Umidità portata dalle piogge e danni arrecati dal terremoto del 26 dicembre 1927.
1929 Dal manoscritto di D. Angelo Previtali,"La Chiesa dell 'Annunziata ", 1960 Comune di Genzano Nuovi restauri: riparazione di tutto il tetto della chiesa, trasformando a terrazza quello dei locali adiacenti a destra perché irreparabile. Locali questi che dopo il 1933 cessarono di usarsi dalla confraternita per la costruzione della sala superiore per le sopraggiunte Suore Spagnole (Figlie di Maria lmmacolata), congregazione religiosa fondata in Spagna nel 1876 da S. Vincenta Maria Lopez Y Vicuna per andare incontro alle necessità della gioventù.
1944 Dal manoscritto di D. Angelo Previtali,"La Chiesa dell 'Annunziata ", 1960Comune di Genzano "Genzano e le sue Chiese", ed. Miterthev Cap.IV° pag. 48 Il 22 gennaio 1944 vi fu lo sbarco degli alleati. Genzano divenne bersaglio di bombardamenti. Si ebbero il 17 febbraio 1944 i primi danni e altri il 26 maggio 1944. Molto danneggiata la copertura e la facciata, la porta d'ingresso con la relativa bussola a tre porte e gli infissi di legno, furono distrutti. Dalla parte dell'epistola una cannonata in linea del tetto fece solo esternamente qualche danno nel muro perimetrale, molto più grave ne avrebbe potuto fare anche internamente se in tale muro non avesse trovato tanta resistenza, rafforzata dal contatto dell'adiacente arco trionfale alzato all'ingresso del presbiterio. Il proiettile nell'esplosione restò per meta incastonato nel muro, si conservò per alcuni anni. Danni ne ricevette il terrazzo sottostante e la fronda dello stesso tetto. Le altre cannonate danneggiarono i tetti e poco il nominato muro esterno perimetrale. Le bombe degli aeroplani causarono la distruzione della sagrestia e dei locali adiacenti. Distrutta anche la sala per sacre rappresentazioni, ornata nel 1866 dalla congregazione di S. Maria dell'orazione e Morte, il lampadario realizzato con ossa fu portato a Roma (dove ora si trova), al tempo dello sfollamento.
1945 Dal manoscritto di D. Angelo Previtali, "La Chiesa dell 'Annunziata", 1960 Comune di Genzano La confraternita alla morte del suo ultimo governatore: Tommaso Lestini, abbandona la chiesa. Fu restaurata la facciata dalla ditta Gabbarini (Fratelli Giuseppe e Carlo).
1948 D. Angelo Previtali, "Genzano di Roma - notizie siorico- artistiche", 1959 Albano . 52 Ricostruzione del campanile.
Dal 1970 al 1980 "Genzano e le sue Chiese". Ed. Miterthev Cap.IV' pag. 48 Venne riaperta al culto. In questo decennio con l'impegno del volontariato si sistemò il presbiterio, con una tinteggiatura più lineare e luminosa, simile all'originale trovata dietro un confessionale. Si intervenne piuttosto disinvoltamente all'interno con l'asportazione dell'altare maggiore, del coro, degli altarini nelle nicchie della navata, si eliminò la balaustra del presbiterio, venne sostituito anche l'antico pavimento in cotto con altro in marmette di cemento, venne realizzato il riscaldamento e si recuperò il tetto in un'opera radicale. Lavori furono eseguiti anche nei locali adiacenti realizzando tre sale per uso oratorio e catechesi.
1987 "Genzano e le sue Chiese". ed. Miterthev Cap.IV' pag. 49 Chiusura della Chiesa per la partenza di Don Bruno Iacobelli Parroco di S. Giuseppe Lavoratore
1991 "Genzano e le sue Chiese ". ed.MiterthevCap. IV° pag. 49 Riapertura al popolo, per la recita del S. Rosario e la S. Messa Vespertina.
Gennaio 1998 Chiusura della Chiesa da parte dei vigili del fuoco, per lesioni sulla struttura portante, e la caduta di parti delle decorazioni in stucco della facciata, provocati dai ripetuti terremoti degli anni ottanta, e per le infiltrazioni d'acqua degli ultimi trent'anni. E' responsabile attualmente e svolge il suo ministero Sacerdotale, presso i locali adiacenti la chiesa Don Angelo Fioretti..
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E/0 D'ARCHIVIO
Don Angelo Previtali Storia dell'Annunziata, memoria dattiloscritta
N. Ratti Storia di Genzano, Roma 1797, p. 51
A. Previtali Genzano di Roma - notizie storico-artistiche, Albano 1959 p. 52
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R. Torti
Genzano e l 'Infiorata, Genzano 1978.
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Lo Bianco, A. in AA. VV., L'arte per i papi e per i principi nella campagna romana grande pittura del '600 e del '700, Roma, 1990, pp. 157-158.
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Melaranci, V. Studio per la catalogazione dei beni storici, architettonici ed archeologici esistenti nel territorio comunale di Genzano, Genzano, 1998, scheda n. A 12.
Melaranci, V. Magistri, G. Itinerari Storico Artistici di Genzano, Genzano, 1998.
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Ticconi, D. Chiese della Diocesi di Albano, Ed. Miterthev, Albano, 1999.
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